Perché studiare i grandi classici: le citazioni dei maestri della letteratura

Lo studio dei classici della letteratura è un passaggio obbligato nel percorso scolastico; dagli autori italiani, fino a quelli stranieri, non si può evitare di conoscere e studiare almeno uno dei romanzi che hanno fatto la storia.

Spesso, però, gli studenti non amano immergersi nelle parole e nelle storie di questi romanzi, per quanto siano importanti. A seconda dell’età e del livello di studio si può affrontare un particolare autore, ma per rendere lo studio più interessante è bello approfondire la vita, le motivazioni e i sogni di questi grandi scrittori. Il sito https://frasix.it ci può venire in aiuto: è ricchissimo di citazioni degli autori e dei maestri della letteratura classica più amati di tutti i tempi.

Ecco quali sono alcuni degli scrittori più interessanti della letteratura, e come affrontarli per rendere lo studio e la lettura dei loro libri più coinvolgente.

Il nostalgico ricordo dell’infanzia: Lewis Carroll

“Sapeva che sarebbe stato sufficiente aprire gli occhi per tornare alla sbiadita realtà senza fantasia degli adulti.”
(Lewis Carroll)

Alice nel Paese delle Meraviglie è uno dei libri per bambini più famoso e apprezzato della letteratura. Charles Lutwidge Dodgson (il vero nome di Lewis Carroll) è uno scrittore del Diciannovesimo secolo che è diventato noto grazie ad un romanzo che narra le avventure di una bambina che finisce in un mondo fantastico, tra strani animali ed esperienze incredibili.
Carroll era notoriamente affascinato dalla natura umana (che lui credeva intrinsecamente buona) e dalla fase dell’infanzia, con la sua innocenza e il suo fantasioso modo di interpretare il mondo.
Alice nel Paese delle Meraviglie, oltre ad essere un classico, è un modo per rivivere il modo unico col quale i bambini immaginano il mondo e la vita degli adulti.

Un’opera epica a difesa della natura: J.R.R. Tolkien

“In un buco nel terreno viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.”
(JRR Tolkien)

Il Signore degli Anelli può sembrare un romanzo lungo e complesso (tutti e tre i libri, messi assieme, superano le mille pagine di lunghezza), ma è ricco di così tante sfaccettature da essere un’opera imperdibile.
Tolkien è stato in grado di creare un nuovo tipo di epica e di mitologia, ispirata a quella nordica, ma con elementi del tutto originali. Tutte le opere di Tolkien seguono questo filo logico, creando di fatto un nuovo tipo di letteratura: il cosiddetto “high fantasy”.
Il Signore degli Anelli, oltre ad essere una storia di avventura ed eroismo, contiene quella che i suoi studiosi definiscono una critica al sistema di sfruttamento dell’ambiente, una tematica molto attuale ancora oggi. Infatti, tutti i personaggi malvagi del libro (stregoni, semi-divinità e orchi) sono tali perché distruggono foreste, bruciano e consumano, e desiderano controllare i popoli liberi. Essi si pongono in forte contrasto con creature come gli hobbit e gli elfi, che vivono in armonia e simbiosi con il mondo naturale.

Uno sguardo ironico e affilato sul mondo femminile dell’Inghilterra Regency: Jane Austen

“Sedersi all’ombra, in una bella giornata, e guardare in alto verso le verdi colline lussureggianti, è il miglior riposo.”
(Jane Austen)

Jane Austen viene definita un’autrice di romanzi “rosa” o al femminile, poiché le sue storie si concentrano sulle vite di donne della sua epoca. Eppure, lo sguardo di Jane Austen è spesso sardonico e non risparmia diverse critiche sul modo di pensare e sulle rigide convenzioni del suo tempo. Leggere un romanzo di Austen (tra tutti, il più famoso è Orgoglio e Pregiudizio) vuol dire immergersi in un’epoca dove l’immagine e le convenzioni sociali sono centrali, un mondo dove le sue eroine romantiche si districano tra balli, scandali e rigidi giudizi per trovare la felicità.
Jane Austen, oltretutto, era un’amante del lieto fine, e la lettura di uno dei suoi romanzi non finirà mai con l’amaro in bocca.

I primi passi nella fantascienza: Jules Verne

“La forza creatrice della natura vince l’istinto distruttore dell’uomo.”
(Jules Verne)

Jules Verne è un celebre scrittore francese, uno dei pionieri del genere fantascientifico. Tra i suoi romanzi più famosi, 20.000 Leghe sotto il mare e Il giro del mondo in ottanta giorni sono alcuni tra i più letti in tutto il mondo.
I romanzi di Verne sono caratterizzati da una profonda curiosità verso i misteri del mondo, e un modo di immaginare oggetti, creature e luoghi fantastici considerato un primo approccio a quello che diventerà il genere fantascientifico.

Il classico italiano: Italo Calvino

“C’era la Luna proprio sopra: e la città mi parve fragile, sospesa come una ragnatela, con tutti i suoi vetrini tintinnanti, i suoi filiformi ricami di luce, sotto quell’escrescenza che gonfiava il cielo.”
(Italo Calvino)

Lo studio della letteratura italiana non può non includere i grandi classici di Italo Calvino. Scrittore italiano del Novecento, è diventato famoso per le sue numerose opere; in particolare, alcuni dei libri più apprezzati da un pubblico più giovane sono Il visconte dimezzato e Il barone rampante.
Calvino è famoso per aver creato storie allegoriche e simboliche, ricche di toni fiabeschi, che riflettono sulla natura umana e sull’esistenza utilizzando toni leggeri e comprensibili anche per chi non è appassionato del genere.

La Commedia dell’Arte: Théophile Gautier

Dio si è riservato la distribuzione di due o tre piccole cose sulle quali non può nulla l’oro dei potenti della terra: il genio, la bellezza e la felicità.
(Théophile Gautier)

Il nome di Théophile Gautier è indissolubilmente legato al titolo del suo miglior romanzo, infatti scrisse Capitan Fracassa. Il letterato francese prende a prestito per l’occasione un personaggio mutuato dalla Commedia dell’Arte.

Capitan Fracassa era infatti una sorta di maschera del teatro italiano. Soldato inconcludente e spesso vittima delle angherie altrui, pieno di sé e di certo poco arguto. Nel romanzo di Gautier invece egli è un nobile decaduto che veste i panni di Capitan Fracassa calcando le tavole di un teatrino di poco conto.

Egli, a differenza del personaggio che interpreta, anela all’avventura ed ha buon cuore, ama sinceramente una donna e non ha pregiudizi sociali. Una maschera beffarda e sardonica l’originale, un eroe romantico e passionale il suo derivato.

La Commedia Umana: Honoré de Balzac

“Tutti credono alla virtù, ma chi è virtuoso? I popoli hanno come idolo la libertà, ma dov’è sulla terra un popolo libero?”
(Honoré de Balzac)

Honoré de Balzac ci ha lasciato in eredità la Commedia Umana, un’opera-miscellanea in cui confluiscono diversi scritti. Tra questi scrisse Papà Goriot che è forse quello più noto.

Protagonista della vicenda è un mercante capace di incarnare tutti i valori positivi della famiglia e della società. Egli ha due figlie che svolgono un ruolo antitetico, sono aride e prive di valori al punto da spingere il padre dapprima alla rovina economica e quindi alla morte pur di soddisfare i loro bisogni materiali.

Accanto a loro ruotano parecchi personaggi tra cui emerge la figura di Eugene, un giovane dapprima di mentalità affine a Goriot e, successivamente, vicina a quella delle figlie. Come molti altri scritti di Balzac, anche questo ha una forte valenza storica e sociologica.