Come aprire la partita IVA

Aprire una partita IVA è una delle più grandi sfide per qualsiasi business. Consente di fornire un’opportunità di sviluppare una nuova attività, semplificare la ricerca di nuovi clienti e creare un impatto economico positivo per la propria comunità. Tuttavia, può essere scoraggiante capire come procedere.

Prima di tutto, ci sono alcune domande fondamentali da porsi. Quale forma giuridica intendi adottare? Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine? Come intenderai gestire la parte fiscale e contabile?

In questo articolo ti forniremo tutto ciò che ti serve per iniziare a lavorare legalmente in Italia. Dedicheremo la prima parte a una panoramica generale sull’apertura di una partita IVA e vedremo come registrare un’attività al Registro delle Imprese della Camera di Commercio.

Come aprire la partita IVA

Per aprire una partita IVA occorre compilare l’apposito modulo online sul sito dell’Agenzia delle Entrate o presso un centro CAAF. Il modulo deve essere corredato da tutti i documenti richiesti, tra cui una copia del codice fiscale, del documento di identità o passaporto, nonché da una dichiarazione semicompilata in cui rilasciare la propria dichiarazione di esercizio (tipo di attività/imprenditore).

Si consiglia inoltre di fare richiesta di una Visura Camerale presso la Camera di Commercio e di tenere traccia della presentazione della pratica. Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) e la Certificazione Unica (CU) devono essere prodotti in tempi successivi.

Tipologia di partita IVA

In Italia esistono diverse tipologie di partita IVA a seconda del tipo di attività svolta. Ecco una panoramica di alcune di esse:

– P. IVA ordinaria: è la tipologia riservata a tutti i contribuenti (imprenditori, dipendenti che svolgono un’attività secondaria, commercianti, eccetera). Per i contribuenti imprenditori l’apertura della partita IVA ordinaria è obbligatoria non appena hanno superato l’importo del minimo soggetto all’IVA;

– P. IVA agevolata: è una tipologia riservata ai contribuenti che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o compensi non superiori ad € 10.000;

– P. IVA agricola: è riservata ai produttori primari, tra cui agricoltori, pescatori, apicoltori, viticoltori, produttori di latte allo stato crudo, eccetera;

– P. IVA speciale: è una tipologia riservata a lavoratori autonomi, esercenti arti e professioni o soggetti che esercitano attività significative, con particolari modalità di accesso e modalità di applicazione dell’IVA.

Costi partita IVA

La costituzione di un’impresa con partita IVA comporta l’obbligo della regolarizzazione della propria situazione aziendale. Ciò comprende una serie di adempimenti nei quali sono richieste delle spese.

In primo luogo, bisogna provvedere al pagamento del tributo per l’iscrizione alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura (CCIAA): una somma di denaro che varia in base al capitale sociale da versare, di solito non superiore ai 750 euro.

Una volta effettuata la registrazione, occorre provvedere alla registrazione contabile presso la Agenzia delle Entrate. Tale procedura richiede un pagamento per la numero REA (Registro Imprese) pari a circa 195 euro ed altri costi ulteriori a discrezione dell’agenzia.

E’ opportuno inoltre procedere all’apertura del conto bancario per il ricevimento delle entrate monetarie ed al pagamento delle spese. Si tratta di un costo non trascurabile, legato ai servizi forniti dal istituto di credito scelto, il cui ammontare varia dai circa 80 ai 200 euro.

Infine è bene prevedere anche il costo di una eventuale consulenza contabile, che può variare a seconda del tipo e della complessità della struttura aziendale. L’importo può arrivare a svariati migliaia di euro annuali. Ovviamente è necessario affidarsi a professionisti qualificati in grado di assicurare una tranquillità contabile e fiscale.

Imposte nel regime semplificato

Le imposte da pagare nel regime semplificato dipendono da un’ampia gamma di fattori. Da un lato, sono disponibili le aliquote standard, definite dall’Agenzia delle Entrate. Sono inoltre applicabili regimi fiscali speciali in base alle medesime circostanze.

Le imposte dovute nel regime semplificato sono le seguenti: l’IRES, l’imposta sul reddito delle società; l’IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive; l’IVA, l’imposta sul valore aggiunto; e l’imposta sostitutiva, l’imposta sostitutiva prevista da particolari settori quali l’edilizia, l’agricoltura e l’energia.

Per calcolare correttamente le imposte da pagare, è importante distinguere tra reddito da attività d’impresa e reddito da attività di lavoro autonomo. I contribuenti che optano per il regime semplificato devono versare un’imposta sostitutiva in misura dell’11%, del 10% o del 7.5%, compresi un anticipo del 35% e un saldo a consuntivo nella dichiarazione dei redditi. Le aliquote standard applicabili vanno dal 23% al 40%. Per tutti ulteriori dettagli è possibile rivolgersi all’Agenzia delle Entrate.

Imposte nel regime forfettario

Il regime forfettario è un modo flessibile per gestire le imposte, che consente ai contribuenti di godere di aliquote fiscali ridotte.

Le persone che fanno parte del regime forfettario beneficiano di detrazioni sull’imposta sul reddito, sia per i redditi annuali che mensili. Ad esempio, chi rientra nel regime forfettario deve pagare un’imposta del 15% se guadagna fino a € 30.000 annui, ma questa aliquota scende al 5% per i redditi da lavoro autonomo fino a € 15.000.

Dal 1° gennaio 2019, le persone fisiche che esercitano attività di lavoro autonomo con ricavi o compensi fino a 65.000 euro annui possono esercitare la propria attività nel regime previsto per le imprese individuali soggette al regime forfettario. Per i contribuenti in regime forfettario che hanno altre entrate, come affitti, pensioni e redditi di capitale, si applica un’imposta separata per queste ultime.

I contribuenti forfettari sono anche esenti dal pagamento dell’IMU (Imposta Municipale Unica) e della TARI (Tassa sui Rifiuti) sui propri immobili. Inoltre, i contribuenti che fanno parte del Regime Forfettario hanno anche la possibilità di usufruire di incentivi fiscali come la detrazione per lavori di ristrutturazione e l’agevolazione prima casa.

Il Regime Forfettario offre un modo flessibile e vantaggioso per gestire le proprie imposte. Le agevolazioni fiscali offerte sono in molti casi economicamente vantaggiose, facendo propendere più facilmente ad optare per questo regime fiscale.

Limitazioni nel regime forfettario

Come abbiamo visto, con il regime fiscale agevolato è possibile usufruire di aliquote inferiori a quelle ordinarie. Tuttavia, esso prevede anche delle restrizioni in relazione ai contribuenti che possono accedervi. In particolare, è necessario che ricorrano i seguenti requisiti:

1. Alcune attività, come ad esempio le professioni intellettuali, sono escluse dall’accesso al regime forfettario.

2. Il volume d’affari o i ricavi incassati da chi sceglie di accedervi non possono superare determinate soglie stabilite dalle normative vigenti.

3. Sono ammesse soltanto determinate spese deducibili.

Inoltre, chi si avvale di questo regime di vantaggi fiscali non può chiedere detrazioni d’imposta o detrarre altri onere sostenuti dai redditi per i quali si applica il regime forfettario.

Differenza tra regime ordinario e regime semplificato

Il regime ordinario d’imposta è una tipologia di contribuzione che prende in considerazione, non solo i redditi ma anche la loro provenienza: è necessario, quindi, fornire ai fini fiscali tutti i dati relativi alla natura e alla controparte dei redditi conseguiti. Questo regime è orientato alla c.d. “base imponibile ordinaria”, sottoposta a scaglioni e ad aliquote progressive che variano in base al livello reddituale del contribuente.

Il regime semplificato d’imposta, al contrario, prevede la ripartizione dei redditi in base a tre soli parametri (reddito da lavoro, da attività di impresa e da terreni e fabbricati). Viene inoltre applicata la c.d. “flat tax”, un’aliquota fissa che rimane invariata indipendentemente dall’entità del reddito. Questo regime è più vantaggioso per i contribuenti con redditi modesti, e persone che hanno un attività a basso fatturato, poiché il meccanismo fiscale non risulta troppo complesso.

Conclusione

In conclusione, aprire una partita IVA può essere un passo importante ed estremamente gratificante per coloro che cercano di sfruttare le proprie qualità e abilità e trasformarle in un’impresa di successo. Con una corretta pianificazione e organizzazione, aprire una partita IVA può portare a interessanti possibilità di investimento e molteplici vantaggi fiscali ed economici. È essenziale però fare attenzione alle disposizioni normative e agli obblighi previsti in materia fiscale per gestire al meglio la propria Partita IVA.