Tanti articoli sul web ci spiegano come avviare una startup, quali sono le fasi iniziali e i primi passi da compiere. Ma cosa succede quando una startup comincia a crescere? Quali sono le sfide da affrontare per trasformarla in una vera e propria impresa?
In questo articolo esploreremo le varie fasi del ciclo di vita di una startup, dalla nascita all’eventuale trasformazione in PMI innovativa, e vedremo come gestire al meglio le sfide che si presentano lungo il percorso. Come molti imprenditori sostengono, avere delle idee è la parte semplice, ma implementarle è il vero lavoro. Alcuni paesi facilitano l’innovazione più di altri.
Infatti, secondo la Banca Mondiale, negli Stati Uniti occorrono quattro giorni per avviare un nuovo business, a Singapore due, mentre in Italia ne servono undici. Ogni storia imprenditoriale è unica, ma per descrivere il percorso di una startup sono state identificate sei fasi ben precise: esaminiamole una per una.
La nascita di una startup: pre-seed e bootstrap
Nella fase pre-seed, l’idea è ancora in fase embrionale. Non esiste ancora un prodotto concreto, ma solo una scintilla di innovazione che necessita di validazione. Spesso i fondatori utilizzano il bootstrap per finanziare l’idea iniziale, ricorrendo a risorse proprie, a contributi di familiari, amici e a chiunque creda nella loro visione. Questa fase è cruciale per gettare le basi dell’impresa, preparare il terreno per la crescita futura e trovare i primi collaboratori che condivideranno il viaggio imprenditoriale. Il bootstrap rappresenta la capacità di costruire un progetto con le risorse a disposizione, senza dipendere da finanziamenti esterni.
La fase seed: sviluppo del prodotto e primi investimenti
Quando l’idea inizia a prendere forma, si passa alla fase seed. Qui, la startup sviluppa i primi prototipi, esplora il mercato e prepara un business plan dettagliato. L’obiettivo principale è verificare se il prodotto o servizio soddisfa un’esigenza di mercato. In questa fase, entrano in gioco i business angel, investitori privati che credono nel potenziale innovativo della startup e forniscono i primi finanziamenti significativi. I fondi permettono alla startup di avviare le operazioni, testare il mercato e creare un team strategico. Inoltre, il crowdfunding può essere un’opzione utile per raccogliere piccoli investimenti da un’ampia base di sostenitori.
Superare la valle della morte: evitare il fallimento iniziale
Una delle fasi più delicate nella vita di una startup è quella conosciuta come valle della morte. In questo periodo, l’azienda inizia a sostenere spese ma non ha ancora generato entrate sufficienti per coprirle. Molte startup falliscono in questa fase a causa della mancanza di liquidità e della pressione finanziaria.
Per superare questo ostacolo, è fondamentale concentrarsi sul minimo prodotto vendibile (MVP), cercare di attrarre i primi clienti e ottenere feedback dal mercato. Ridurre al minimo le spese non essenziali e focalizzarsi su attività che generano entrate può fare la differenza tra il successo e il fallimento.
L’early stage: definizione del product-market fit
Superata la valle della morte, la startup entra nella fase di early stage. Questo è il momento di definire e misurare il product-market fit, ossia quanto il prodotto soddisfa le esigenze del mercato. Durante questa fase, la startup deve rafforzare la sua presenza sul mercato, incrementare la base clienti e ottenere i primi ricavi significativi.
Se il product-market fit è positivo, i venture capitalist potrebbero essere interessati a investire, portando capitali freschi e risorse strategiche. È un momento critico, poiché molte startup falliscono se non riescono a trovare un mercato adeguato per il loro prodotto.
La crescita iniziale: early growth e strategie di espansione
Con l’early growth, l’azienda inizia a crescere realmente. Ha ormai un prodotto definito, un mercato di riferimento e un piano di marketing strutturato. Le vendite aumentano e l’azienda deve essere pronta a soddisfare la domanda crescente, ampliando l’offerta e penetrando nuovi mercati. Gli investimenti significativi, spesso attraverso round di finanziamento di serie A e B, sono fondamentali per sostenere l’espansione e rafforzare il team. Le risorse strategiche diventano essenziali per scalare l’attività e mantenere il ritmo di crescita.
In questa fase, la necessità di spazi adeguati diventa imprescindibile. Molte aziende scelgono di affittare capannoni industriali per gestire l’aumento della produzione e lo stoccaggio dei materiali. Temi che sia oneroso? In realtà non lo è, e comunque va considerato come un investimento che permetterà di aumentare la capacità produttiva, migliorare l’efficienza operativa e soddisfare le esigenze dei clienti. Affittare un capannone industriale offre la flessibilità necessaria per espandersi senza i costi iniziali elevati legati all’acquisto di immobili.
Ovviamente il vantaggio è tanto maggiore quanto più questi spazi di stoccaggio si trovano in una posizione strategica, facilmente accessibile sia con mezzi privati che pubblici. Per esempio trovare disponibilità in un centro logisticamente molto vantaggioso come Como, dove ci sono i capannoni di Immobiliare Santa Liberata, rappresenta sicuramente una soluzione ideale per ottimizzare le operazioni di logistica, ridurre i tempi di trasporto e garantire un efficiente approvvigionamento delle merci. Questi fattori contribuiscono a migliorare la competitività dell’azienda e a soddisfare al meglio le esigenze dei clienti.
La fase di crescita: consolidamento e sostenibilità
Nella fase di growth, l’azienda ha raggiunto una certa maturità. La crescita diventa sostenuta e costante, e l’obiettivo è consolidare le attività e massimizzare il valore dell’impresa. È il momento di prepararsi per l’exit, che può avvenire tramite una IPO (offerta pubblica iniziale), un’acquisizione da parte di un’altra azienda o un buyback delle quote da parte dei fondatori. Le hedge fund e le banche di investimento possono diventare nuovi partner finanziari, offrendo capitali per espandere ulteriormente l’attività e consolidare la posizione sul mercato.
L’exit: opzioni per l’uscita dal mercato startup
L’exit rappresenta il traguardo finale per molti imprenditori. Può avvenire tramite una IPO, dove l’azienda offre al pubblico le proprie quote societarie per raccogliere capitali e crescere ulteriormente. In alternativa, una startup può essere acquisita da un’altra azienda più grande, che vede nel progetto un’opportunità strategica. I fondatori possono optare per un buyback, riacquistando le quote cedute agli investitori e riprendendo il pieno controllo dell’impresa. Raggiungere l’exit è un segno di successo e stabilità, frutto di anni di lavoro e strategia.
Trasformazione in PMI innovativa: requisiti e procedure
Nel 2022, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha pubblicato la “Relazione annuale al Parlamento sullo stato di attuazione e l’impatto di policy a sostegno di startup e PMI innovative”, rivelando che alla fine del 2021 le startup innovative erano 11.938, segnando un incremento del 17,4% rispetto all’anno precedente. Tra il 2020 e il 2022, il tasso di crescita annuale composto (CAGR) di queste startup è stato del 28,8% (fonte).
Dopo l’exit, molte startup possono trasformarsi in PMI innovative per continuare a beneficiare di agevolazioni e incentivi. Per farlo, devono rispettare una serie di requisiti specifici, come essere società di capitali, avere meno di 250 dipendenti, e mantenere una residenza operativa in Italia. La procedura di iscrizione nel registro delle PMI innovative prevede la cancellazione dalla sezione speciale delle startup e l’invio di un’autocertificazione alla Camera di Commercio competente. Questo passaggio consente di continuare a crescere e innovare, mantenendo il supporto legale ed economico necessario.
Agevolazioni per le PMI innovative: incentivi e benefici
Le PMI innovative godono di numerose agevolazioni, tra cui incentivi fiscali per gli investitori, accesso semplificato al Fondo di Garanzia, esonero dalle imposte di bollo e la possibilità di raccogliere capitali tramite equity crowdfunding. Queste misure sono pensate per sostenere le aziende innovative nel loro percorso di crescita, permettendo loro di espandersi e competere a livello globale. Anche i servizi di internazionalizzazione e le deroghe alla disciplina societaria ordinaria rappresentano vantaggi significativi per le PMI innovative.
L’importanza del supporto legale e fiscale per le PMI innovative
Per una PMI innovativa, avere un solido supporto legale e fiscale è essenziale. Le pratiche burocratiche possono essere complesse e richiedere una conoscenza approfondita delle normative vigenti. Affidarsi a professionisti esperti in consulenza alle imprese può fare la differenza, garantendo che tutte le procedure siano seguite correttamente e che l’azienda possa beneficiare appieno delle agevolazioni disponibili. Un supporto adeguato permette di concentrarsi sulle attività core del business, migliorando le possibilità di successo e crescita.