Olivo o Ulivo: come si scrive?

Olivo o ulivo

Saper parlare e scrivere in un corretto italiano è di fondamentale importanza nonché di estrema utilità per la vita di tutti.

Ricordiamo, infatti, che la nostra splendida lingua nasce nel Trecento dal dialetto fiorentino dell’epoca, avendo come precursori personalità letterarie di enorme spicco come Petrarca, Dante e Boccaccio. Da quel momento in poi, infatti, la lingua è stata ufficialmente adottata anche dagli altri scrittori italiani, ma con il passare del tempo alcuni dei tipici tratti fiorentini hanno finito per scomparire. Diverse cittadine italiane, e in seguito anche la capitale, hanno attivamente contribuito allo sviluppo della lingua, che si è diffusa anche tra i cittadini delle diverse regioni nella sua forma parlata.

Prendiamo come esempio la parola fiorentina “ulivo”, che compare nella Divina Commedia di Dante per ben tre volte. Ma oggi si scrive Olivo o Ulivo? Olive o Ulive? Quale delle due forme è più giusta? Scopriamolo insieme qui di seguito.

Differenza tra olivo/ulivo e oliva/uliva

La variante singolare maschile, “olivo” e “ulivo”, si riferisce all’albero che è possibile trovare tipicamente nelle zone mediterranee. Il suo plurale è ovviamente “olivi” per quanto riguarda “olivo”, e “ulivi” per quanto riguarda “ulivo”.

Con l’uso al femminile, quindi “oliva” e “uliva” (“olive” al plurale), si indica il frutto della pianta di olivo.

Si dice olivo o ulivo

Come abbiamo già anticipato, la forma “ulivo” è fiorentina poiché utilizzata da Dante, ma al giorno d’oggi è più considerato un termine dialettale e regionale relativo ad alcune zone dell’Italia, come appunto la Toscana. Tuttavia, è utilizzato anche in ambito cattolico (Monte degli Ulivi, domenica degli ulivi) e in precedenza è stato impiegato anche come nome di un partito politico (L’Ulivo).

I dizionari (persino quelli online) rimandano ormai alla variante più moderna e sempre più diffusa, ossia “olivo”, che è possibile trovare anche molto spesso nel settore commerciale: olivicoltura, olivicoltore e olivastro sono le forme derivate. Un altro esempio è dato dal comunissimo olio d’Oliva, presente in tutte le nostre cucine.