Un nuovo incentivo sotto forma di credito d’imposta è stato istituito per incoraggiare la digitalizzazione e l’adozione di pratiche sostenibili da parte delle imprese residenti, senza riguardo alle loro dimensioni aziendali o al regime fiscale adottato. Questo programma mira a sostenere gli investimenti nelle tecnologie digitali e nelle iniziative a favore dell’ambiente attraverso un innovativo sistema di agevolazioni fiscali.
Con la pubblicazione del Decreto Legge n. 19/2024 sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale, il 2 marzo 2024, insieme alle relative disposizioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stato approvato un nuovo credito d’imposta per gli investimenti effettuati durante il periodo 2024-2025, legato al “Piano Transizione 5.0”. L’obiettivo principale di questa iniziativa è promuovere attivamente il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese.
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha dichiarato: “Il Piano Transizione 5.0 è architrave della nostra politica industriale, per consentire alle nostre imprese di innovarsi per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, nei due anni decisivi 2024/2025, in cui si ridisegnano gli assetti geoeconomici. Oltre agli investimenti in beni strumentali, la misura è orientata anche alla formazione dei lavoratori, perché le competenze sono il fattore che fa la differenza soprattutto per il nostro Made in Italy”.
Un totale di circa 13 miliardi di euro sarà destinato, nel biennio 2024-2025, per sostenere la trasformazione digitale e sostenibile delle imprese italiane, con fondi provenienti sia dal programma Re Power EU che dai precedenti stanziamenti previsti dal Piano Transizione 4.0.
I nuovi investimenti effettuati nel biennio 2024-2025 in aree produttive all’interno del paese possono godere di un bonus. In particolare, possono beneficiare di agevolazioni gli investimenti in nuovi beni materiali e strumentali elencati negli allegato A e allegato B della legge n. 232/2016. Ulteriori specifiche sui beni ammissibili sono dettagliate nel decreto. L’ottenimento del bonus è condizionato alla realizzazione di innovazioni che comportino una riduzione dei consumi energetici dell’unità produttiva, almeno del 3%.
Destinatari
Gli Ecobonus offrono agevolazioni fiscali per promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici, un passo cruciale verso la sostenibilità energetica e ambientale. Queste iniziative del governo rendono più accessibile la realizzazione di progetti fotovoltaici, incoraggiando così la transizione verso fonti energetiche rinnovabili. Nel nostro approfondimento, esamineremo i passaggi per accedere agli Ecobonus e le opportunità offerte, fornendo un quadro completo su come beneficiare di questi incentivi. Se vuoi saperne di più sugli incentivi per l’efficienza energetica per le imprese, consulta il questo articolo dedicato all’argomento.
Il Piano Transizione 5.0 supporta l’innovazione digitale ed energetica delle imprese italiane. Questo beneficio è accessibile a imprese di qualsiasi dimensione e settore, residenti nel territorio nazionale. Il vantaggio viene concesso per nuovi investimenti nelle strutture produttive italiane durante il 2024 e il 2025, nell’ambito di progetti innovativi volti a ridurre i consumi energetici. L’aderenza alle normative sulla sicurezza sul lavoro e il regolare versamento dei contributi previdenziali sono condizioni per ottenere il beneficio.
Tutte le società e gli enti con base in Italia, senza distinzione di struttura giuridica, settore di attività, dimensione o regime fiscale adottato, sono idonei per ottenere il contributo previsto. La normativa stabilisce alcune eccezioni, tra cui il caso di liquidazione volontaria o coatta dell’azienda.
Autoconsumo e autoproduzione
L’iniziativa mira a stimolare il passaggio delle imprese italiane verso pratiche più digitali e sostenibili. Si offre il riconoscimento di crediti d’imposta alle aziende che, nel biennio 2024-2025, intraprenderanno azioni di rinnovamento e innovazione. Tali azioni devono portare a una diminuzione dei consumi energetici.
Tra le attività agevolabili si distinguono gli interventi volti a investimenti in apparati destinati alla produzione autonoma di energia da fonti rinnovabili per il consumo interno. Le biomasse sono escluse da questo schema, mentre gli impianti per immagazzinare l’energia prodotta sono inclusi.
L’azienda deve inserire tali investimenti in un contesto di innovazione che comprenda l’acquisto di strumentazioni. Quando il valore totale del progetto supera i 40.000 euro, si può ottenere il credito d’imposta anche per l’acquisto di “apparati materiali nuovi, strumentali all’attività aziendale, volti alla produzione autonoma di energia da fonti rinnovabili per il consumo interno, ad esclusione delle biomasse, e comprendenti gli impianti per l’accumulo dell’energia prodotta.
L’incentivo è vincolato esclusivamente ai pannelli solari fabbricati all’interno dei paesi membri dell’Unione Europea, con un livello di efficienza non inferiore al 21,5%.
Per quanto riguarda il fotovoltaico, è prevista una maggiorazione dell’incentivo nei seguenti casi:
Un aumento del 20% per i moduli fotovoltaici composti da celle prodotte nei paesi membri dell’UE, con un’efficienza a livello di cella pari o superiore al 23,5%. Di conseguenza, per l’aliquota massima del 45% prevista dal Transizione 5.0, sarà riconosciuta una maggiorazione del 120% della base imponibile.
Una maggiorazione del 140% per i moduli solari prodotti nei paesi UE che utilizzano celle bifacciali con giunzione eterogiunzione di silicio o tandem, con un’efficienza della cella non inferiore al 24,0%. Anche in questo caso, per l’aliquota massima del 45% del Transizione 5.0, sarà prevista una maggiorazione del 140% della base imponibile.
Accesso al credito d’imposta
Per ottenere il credito d’imposta, è necessario presentare una richiesta telematica tramite il modulo standard fornito dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), allegando la documentazione richiesta e una relazione dettagliata con i costi previsti per il progetto di investimento.
Dopo aver esaminato la documentazione, il GSE trasmette al Ministero un elenco delle imprese che possono beneficiare dell’agevolazione e l’importo riservato.
L’utilizzo del credito d’imposta avviene tramite la compensazione delle imposte mediante il modello F24, presentato attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, entro cinque giorni dalla trasmissione dell’elenco dei beneficiari da parte del GSE all’Agenzia.
Le imprese devono comunicare al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sia prima che dopo l’esecuzione degli investimenti, seguendo le modalità e i termini stabiliti da un decreto ministeriale apposito.
Il riconoscimento del contributo dipende dalla presentazione di certificazioni emesse da un valutatore indipendente, che attesti sia la prevista riduzione dei consumi energetici derivanti dagli investimenti, sia la corretta esecuzione degli stessi, inclusa la connessione degli asset al sistema aziendale o alla rete di fornitura.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, le spese sostenute per ottenere le certificazioni sono considerate un aumento del credito d’imposta, fino a un massimo di 10.000 euro.
Le imprese escluse
Le imprese non sono ammissibili al credito d’imposta se si trovano in uno stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, o se sono coinvolte in una procedura concorsuale ai sensi delle normative vigenti. Inoltre, non possono beneficiare del credito d’imposta le imprese soggette a sanzioni interdittive ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001. Per ottenere il credito d’imposta, le imprese devono rispettare le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e devono essere in regola con i contributi previdenziali e assistenziali dei lavoratori.
Quale credito d’imposta previsto dal DL 19/2024?
Il Piano Transizione 5.0 presenta un quadro articolato di aliquote relative ai risparmi e agli investimenti, semplificato in una tabella che riepiloga i valori dei commi 7 e 8 (vedi tabella). È da sottolineare che i limiti di spesa sono legati agli investimenti annuali. Inoltre, per quanto concerne gli investimenti effettuati tramite contratti di locazione finanziaria, si considera il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni. Per gli investimenti nei beni specificati nell’allegato B alla legge n. 232 del 11 dicembre 2016, utilizzati tramite soluzioni di cloud computing, viene incluso anche il costo dei servizi imputabili per competenza.
Gli impianti fotovoltaici e gli altri sistemi per autoproduzione e autoconsumo
L’accordo stipulato con l’Unione Europea lo scorso agosto include diverse linee di finanziamento, tra cui una dedicata ai beni strumentali e due volte all’autoconsumo e all’autoproduzione di energia, oltre alla formazione.
La distribuzione dei fondi, che ammontano complessivamente a 6,3 miliardi di euro, prevede una suddivisione equa di 3.780 milioni per i beni strumentali, 1.890 milioni per l’autoconsumo e l’autoproduzione e di 630 milioni per la formazione. Questa ripartizione paritaria mira a evitare l’esaurimento dei finanziamenti nel primo anno e a garantire opportunità anche nel 2025.
Per quanto concerne l’autoconsumo e l’autoproduzione, è essenziale che tali investimenti rientrino in un progetto di innovazione che comprenda l’acquisto di beni strumentali.
Una volta avviato l’investimento in beni strumentali, è possibile ottenere un credito d’imposta anche per i beni materiali nuovi finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, ad eccezione delle biomasse, inclusi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta.
Per gli impianti fotovoltaici, l’incentivo è riservato esclusivamente a quelli che utilizzano pannelli prodotti negli Stati membri dell’Unione Europea con un’efficienza di almeno il 21,5%.
Il credito d’imposta varia in base al costo degli investimenti: è del 35% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 15% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni, e del 5% per investimenti tra 10 e 50 milioni all’anno per impresa. Nei contratti di locazione finanziaria, si considera il costo sostenuto dal locatore per l’acquisto dei beni strumentali.
Per gli impianti fotovoltaici, sono ammissibili solo quelli con moduli prodotti nell’Unione Europea con un’efficienza del 21,5% a livello di modulo o del 23,5% a livello di cella. È concesso anche per moduli costituiti da celle bifacciali di silicio ad eterogiunzione o tandem, con un’efficienza di cella del 24%.
Gli investimenti in impianti che includono moduli con un’efficienza del 23,5% o 24% contribuiscono al calcolo del credito d’imposta al 120% e al 140% del loro costo, rispettivamente.