Sostegno didattico agli alunni con disabilità nelle scuole

La scuola italiana ha sempre puntato a essere una comunità che accoglie tutti gli alunni, indistintamente dal fatto se hanno o meno diversità funzionali. Gli alunni con disabilità perciò possono avviare un percorso di crescita sia a livello individuale che sociale.

Per poter integrare pienamente tutti gli alunni con disabilità la scuola italiana ha deciso di valorizzare proprio le professionalità interne, così come le risorse messe a disposizione dal territorio.

Per favorire l’integrazione viene investito molto sui progetti e le attività di integrazione, così come i percorsi formativi professionali per i docenti di sostegno.

Come funziona il sostegno didattico nelle scuole italiane

Secondo quanto è stato recentemente riportato dall’istituto di statistica, l’anno scolastico 2020/21 ha visto il 3,6% degli scritti a scuola come alunni con disabilità. Significa che circa 300mila bambini e ragazzi avevano una qualche disabilità. Quest’ultimo anno scolastico invece è alla soglia del 4% mentre nell’anno scolastico 2014/2015 si parlava del 2,7% degli alunni.

Questi dati in continua crescita ha portato all’attuazione di una serie di riforme nel sistema scolastico, proprio per riuscire ad accogliere meglio i bambini e i ragazzi con disabilità.

Quali sono le disabilità maggiormente riscontrate

E’ sempre importante capire quali sono le disabilità più facili da riscontrare per comprendere meglio come il sistema scolastico si è dovuto adattare. In ordine troviamo:

  • Disabilità intellettiva
  • Problemi nello sviluppo
  • Problemi comportamentali e di attenzione
  • Difficoltà nel linguaggio
  • Problemi di apprendimento
  • Problemi di tipo affettivo e relazionale
  • Difficoltà motorie più o meno gravi
  • Ipovisione
  • Ipocusia
  • Sordità profonda o grave
  • Cecità

Paragonando gli anni scolastici 2013/14 e il 2018/19 notiamo come nella maggior parte dei asi vi è stato un aumento nell’ultimo periodo, meno per quanto riguarda i problemi motori, affettivo relazionali, di apprendimento e disabilità intellettiva, per i quali invece c’è stato un leggero ma significativo calo.

Chi si occupa degli alunni con disabilità

Sarà un insegnante di sostegno specializzato, ovvero che ha seguito corsi di specializzazione al sostegno didattico nelle scuole, ad occuparsi degli alunni con disabilità. Per accedere a questi corsi è necessario superare le prove di ammissione ai corsi, e per farlo esistono i libri per il TFA sostegno ovvero dei kit di preparazione.

La figura dell’insegnante di sostegno affianca l’insegnante di classe, che comunque deve sempre contribuire al conseguimento degli obiettivi prefissati, sia dal punto di vista didattico che educativo e favorisce il processo di integrazione. Visto che l’alunno con disabilità seguirà un percorso diverso, il compito reale del docente di classe verrà poi definito da un Piano Educativo Individualizzato.

Anche il Dirigente Scolastico ha precise responsabilità nei confronti degli alunni con disabilità e la loro integrazione. Deve assegnare gli alunni disabili alle varie classi, definendone gli orari, la pianificazione per gli incontri di progettazione e la gestione della documentazione formale e del coordinamento delle attività che richiedono necessariamente la collaborazione di soggetti diversi.

Il Dirigente Scolastico poi ha il compito di incentivare e diffondere le attività di formazione e aggiornamento, valorizzando allo stesso tempo i progetti con delle strategie orientate all’inclusione dei soggetti.

I collaboratori scolastici offrono invece l’assistenza di base, cioè l’ausilio materiale nella scuola, come l’accesso alle aree esterne delle strutture scolastiche. le varie attività alla cura della persona, come per esempio quelle di igiene personale.

Cos’è il piano educativo individualizzato o PEI

Il PEI è il Piano Educativo Individualizzato. Annualmente vengono descritti e rivisti gli interventi educativi (qui le novità) e quelli didattici per l’alunno. Sono inclusi anche i metodi e i criteri di valutazione, così come gli obiettivi. Ci sono per esempio gli obiettivi didattici ed educativi, ma anche quelli di apprendimento e di socializzazione.

Il PEI include poi gli itinerari di lavoro, i materiali, i metodi e le tecnologie utilizzate, così come i criteri e i vari metodi di valutazione. Visto che la valutazione degli alunni con disabilità si riferisce proprio alla PEI è necessario che il documento contenga in modo chiaro gli elementi che consentono poi di fare la valutazione.

Cos’è il POF

C’è poi il POF, cioè il Piano dell’Offerta Formativa che tiene di conto anche degli alunni con disabilità, descrivendo l’offerta al fine che sia fruibile per tutti, indicando come eventualmente la scuola deve superare eventuali ostacoli.

Deve essere definito in modo chiaro la modalità di organizzazione di tutti i momenti che non hanno di base una grande struttura, come per esempio le attività integrative, gli spazi di aggregazione e anche gli eventuali viaggi di istruzione. Per approfondimenti puoi leggere questa guida.

Un alunno con disabilità ottiene un titolo di studio valido?

Dipende. Il primo ciclo di istruzione, cioè la scuola media, prevede che il ragazzo con disabilità può ottenere tranquillamente il diploma e accedere così la secondo ciclo di istruzione, cioè la scuola superiore.

Accade quando raggiunge gli obiettivi del suo PEI, il quale infatti è calibrato in base alle sue capacità. La scuola superiore invece apre le porte agli studenti con disabilità però viene garantita solo la frequenza, non sempre il conseguimento del titolo di studio.