Scegliere un percorso di studi che porti ad una professione che piaccia e che venga retribuita bene è certamente una decisione complessa.
E’ ovviamente importante dirigersi verso ambiti professionali che sentiamo maggiormente affini e che ci piacciano, tuttavia non è da sottovalutare l’aspetto retributivo della professione che stiamo valutando prima di effettuare la scelta definitiva.
In questo articolo andiamo ad analizzare i compensi medi degli infermieri e le differenze tra pubblico e privato, questo in modo da fornire una buona panoramica su questa professione.
Prima di tutto, il mestiere di infermiere rappresenta un’opportunità interessante in Italia?
La risposta non può che essere affermativa e questo soprattutto a causa della crescente tendenza all’invecchiamento della popolazione. In questo senso scegliere una professione in ambito medico può rappresentare quasi una certezza verso un’occupazione stabile o, comunque, particolarmente richiesta dal mercato.
Lo stipendio di un infermiere dipende dalla categoria specifica. A seconda infatti di lavorare con una qualifica o in un determinato settore si potrà avere uno stipendio più o meno alto.
Vediamo quindi le categorie di infermieri che esistono attualmente:
- Infermiere semplice. Si lavora in reparti considerati a basso rischio e non vengono affidate particolari responsabilità . Questa solitamente è la categoria di ingresso per chi ha terminato da poco gli studi
- Infermieri di sala operatoria. Sono quelle figure che supportano il chirurgo durante gli interventi. Questa categoria è caratterizzata da una maggiore responsabilità
- Infermiere ferrista. Il suo compito è gestire l’intera strumentazione presente in sala operatoria supportando il chirurgo in tutte le fasi dell’intervento. Si tratta di una sottocategoria degli infermieri di sala operatoria
- Infermieri di area critica. Solitamente operano al pronto soccorso o, in generale, in situazioni di urgenza. Questa è la categoria maggiormente investita da responsabilità proprio per l’ambito nel quale lavorano
Lo stipendio di un infermiere strumentista, ad esempio, si aggira intorno ai 1500 euro lordi al mese mentre lo stipendio di un infermiere semplice è pari a circa 1000 euro al mese.
I più retribuiti sono solitamente gli infermieri di area critica in quanto riescono ad arrivare intorno ai 2000 euro lordi al mese.
Infine, è assolutamente possibile per un infermiere fare carriera arrivando a ricoprire ruoli di carattere più organizzativo. Serve ambizione a grande abilità nel proprio lavoro per arrivare a questo punto e guadagnare anche 3000 euro lordi al mese.
La categoria non è l’unico punto di riferimento per determinare la retribuzione media di un infermiere.
Un altro aspetto fondamentale, infatti, è se si lavora nel settore pubblico o in quello privato.
In questo senso l’Italia va controcorrente rispetto al resto d’Europa in quanto, nel nostro Paese, lo stipendio più alto va a chi lavora nel pubblico. Nelle altre nazioni, invece, è esattamente il contrario, è il settore privato a dare maggiori soddisfazioni da un punto di vista retributivo.
Entrare però nel settore pubblico in Italia non è per nulla semplice: pochi concorsi e pochissimi posti. Non accade raramente, infatti, che vengano presentate migliaia di domande per un concorso che prevede meno di 10 posti in totale.
In Italia esiste una situazione particolare legata proprio agli infermieri. Ne esistono infatti parecchi che non sono laureati, questo perché un tempo non era previsto alcun corso di studi specifico per intraprendere questa professione.
Ormai da tempo, però, per diventare infermieri è necessario iscriversi ad uno specifico corso di laurea ed effettuare un tirocinio in contemporanea.
Solitamente un infermiere laureato ha una retribuzione più alta di uno non laureato.
Infine, per arrivare a retribuzioni (e soddisfazioni) più consistenti è possibile proseguire gli studi dopo la laurea in infermeria iscrivendosi, magari, a master o dottorati di ricerca che possono far accedere a posizione di livello superiore.