Negli ultimi anni si assiste sempre di più a fenomeni molto particolari nell’ambito delle imprese.
Da una parte troviamo gli imprenditori che cercano in ogni modo di far crescere a dismisura la loro attività e combattono ogni giorno, specialmente nell’ultimo periodo, con una serie difficoltà legate al calo dei consumi e all’inflazione che sta facendo innalzare i costi delle materie prime, delle utenze e dei beni di consumo (il che fa contrarre i consumi generali del mercato).
Dall’altra parte, nonostante la crisi economica, le imprese, come testimoniato anche in articoli recenti come questo, fanno moltissima fatica a trovare personale. Sebbene gli imprenditori cerchino in ogni modo persone da impiegare e seguano strategie per riuscire ad ottimizzare il capitale umano, stiamo vivendo un fenomeno molto particolare, iniziato nel periodo pandemico, e chiamato Great Resignation.
Il termine appena citato indica la tendenza delle persone a rassegnare le dimissioni, specialmente se sentono che l’azienda non le valorizza a dovere, per intraprendere magari una professione più individuale.
Uno degli strumenti in mano alle aziende per contrastare questi fenomeni, potrebbe risiedere nel welfare aziendale, elemento adottato ormai comunemente da tantissime imprese, di cui approfondiremo tutte le peculiarità all’interno del nostro articolo grazie all’aiuto delle preziose informazioni che ci hanno fornito gli esperti di Eudaimon. In questo sito che ci sentiamo di suggerirvi potrete vedere come accedere alla piattaforma per il welfare aziendale che la società mette a disposizione delle imprese.
Che cos’è il welfare aziendale e a che cosa serve?
Per welfare aziendale vengono intese tutti i benefit, le iniziative e i piani che l’azienda mette in campo per riuscire a rendere migliore la qualità del lavoro e della vita dei propri dipendenti. In poche parole si cerca di migliorare il benessere dei propri dipendenti, infatti nell’ultimo periodo questo concetto si lega profondamente anche al termine “wellbeing aziendale”.
Il welfare ha quindi il compito di portare nella vita del lavoratore il concetto di work – life balance e al contempo di migliorare il suo potere di acquisto e quello dei suoi famigliari, fattore ancora più importante in questo periodo di inflazione.
Come vedremo più avanti, si tratta di una spesa interamente detraibile dalle aziende, che diventa così utile sia per le imprese che per i dipendenti che ottengono tali benefit.
Quando è nato il welfare aziendale?
Il concetto di welfare aziendale risale a tempi molto antichi: fin dai primi del 700’, il re Carlo di Borbone sperimentò infatti i benefici di offrire ai propri sudditi dei benefit. Notò infatti che la loro applicazione sul lavoro cresceva e al contempo migliorava la loro qualità della vita, traendo così vantaggio sia per sé stesso che per tutto il regno.
Nell’Ottocento, con la Rivoluzione Industriale, il welfare aziendale trova sempre più spazio, con le prime industrie che creano dei veri e propri villaggi operai, come ad esempio quello di Crespi d’Adda, in Lombardia, dove ai dipendenti dello stabilimento tessile veniva anche pagata la casa e l’istruzione per i propri figli.
In seguito anche il celebre Enrico Mattei di Eni e Olivetti adottarono questa politica fin dai primi anni del 900’. Mattei, oltre che per la sua carriera imprenditoriale, divenne anche famoso per il Villaggio Eni di Borca di Cadore, struttura riservata alle vacanze di tutti i suoi dipendenti. Oggi il Villaggio esiste ancora, anche se gestito da una società privata, ed è ancora meta di moltissimi turisti per le loro vacanze invernali.
Si arriva così agli anni 80’, dove la crescita esponenziale delle multinazionali americane fa subentrare nuovi concetti, come ad esempio l’auto aziendale o le stock options, in voga ancora oggi.
Quali sono le tipologie di welfare aziendale e quali sono i loro vantaggi?
Quando si parla di welfare aziendale entrano in gioco moltissime iniziative che l’azienda può mettere in campo.
Dai buoni pasto agli incentivi per rimborsare i propri dipendenti delle spese che sostengono per il tragitto per recarsi al lavoro. C’è poi anche lo smart working, concetto che in Italia è diventato molto popolare in epoca covid e oggi utilizzato come strumento per semplificare la vita dei propri dipendenti.
Troviamo anche vere e proprie spese che le aziende sostengono, come ad esempio le assicurazioni sanitarie integrative, convenzioni gratuite o a livello di scontistica per i servizi alla persona, come ad esempio la palestra, i buoni benzina e non solo.
Esistono poi pacchetti che permettono di migliorare la formazione professionale dei dipendenti o di agevolare le famiglie con il mutuo, con pensioni integrative o con bonus da dedicare all’asilo dei propri figli.
Tutte queste spese relative al welfare aziendale possono essere portate direttamente in detrazione dalle imprese e al contempo danno benessere ai loro dipendenti, migliorandone in modo considerevole la produttività, su cui incide molto anche il morale e la salute.
In contemporanea è anche importante notare che il clima in azienda migliora e diventa più semplice acquisire talenti e ridurre il turnover del personale, con risparmi non trascurabili relativi alle spese per la ricerca e la formazione del personale.
Insomma, il welfare aziendale è uno strumento che offre vantaggi fiscali all’azienda e allo stesso tempo migliora la qualità della vita dei suoi dipendenti, contribuendo così a contrastare le problematiche che oggi le famiglie vivono e aiutando l’impresa stessa a trovare personale con maggior facilità.